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L'invocazione di Crowley

E-BookEPUBePub WasserzeichenE-Book
238 Seiten
Italienisch
BoD - Books on Demanderschienen am09.04.20241. Auflage
L'avventura di Lena nasce ad Amburgo, con l'incontro con Alex, un uomo di cui resta subito affascinata: La scoperta del diario segreto di Alex conduce Lena e l'amica Lina in un pericoloso viaggio attraverso i meandri dell'occulto e della criminalità. Tra legami amorosi e oscuri intrighi, Lena e Lina si trovano a fronteggiare una setta oscura. Il loro destino si intreccia anche con quello di un enigmatico pittore il cui quadro sembra contenere poteri sovrannaturali inquietanti. In un vertice di crimini, intrighi e magia oscura, Lena e i suoi alleati dovranno confrontarsi con le ombre del passato e del presente per svelare la verità dietro il misterioso quadro e fermare la setta prima che sia troppo tardi.mehr
Verfügbare Formate
BuchKartoniert, Paperback
EUR11,99
E-BookEPUBePub WasserzeichenE-Book
EUR3,99

Produkt

KlappentextL'avventura di Lena nasce ad Amburgo, con l'incontro con Alex, un uomo di cui resta subito affascinata: La scoperta del diario segreto di Alex conduce Lena e l'amica Lina in un pericoloso viaggio attraverso i meandri dell'occulto e della criminalità. Tra legami amorosi e oscuri intrighi, Lena e Lina si trovano a fronteggiare una setta oscura. Il loro destino si intreccia anche con quello di un enigmatico pittore il cui quadro sembra contenere poteri sovrannaturali inquietanti. In un vertice di crimini, intrighi e magia oscura, Lena e i suoi alleati dovranno confrontarsi con le ombre del passato e del presente per svelare la verità dietro il misterioso quadro e fermare la setta prima che sia troppo tardi.
Details
Weitere ISBN/GTIN9783759738660
ProduktartE-Book
EinbandartE-Book
FormatEPUB
Format HinweisePub Wasserzeichen
Erscheinungsjahr2024
Erscheinungsdatum09.04.2024
Auflage1. Auflage
Seiten238 Seiten
SpracheItalienisch
Dateigrösse353 Kbytes
Artikel-Nr.14342707
Rubriken
Genre9200

Inhalt/Kritik

Leseprobe

4

La mattina seguente, dopo aver incontrato Lina al campo sportivo, mi sentii ancora più confusa. Perdipiù avevo dormito pessimamente tormentata da un incubo dopo l'altro, in una nottata senza fine. Infatti ogni volta che sembravo trovare un po' di pace nel sonno, un nuovo incubo mi travolse, costringendomi a svegliarmi di soprassalto. Gli incubi si susseguirono per tutta la notte, ognuno più angosciante del precedente. Era come se la mia mente fosse diventata una prigione di paure e ansie, e non c'era modo di liberarsi da quel ciclo senza fine. Ogni volta che mi svegliavo, mi rendevo conto che era solo un sogno, ma l'effetto degli incubi mi dettero un senso di inquietudine persistente.

Mi sembrò di aver trascorso una notte infinita e in quel momento, mentre mi trovavo ancora a letto, seduta col volto inzuppato di sudore e il cuore che batteva all'impazzata, decisi che dovevo affrontare le mie paure e superare quegli incubi iniziando a pensare in modo razionale. Tuttavia non mi sentivo ancora pronta per prendere decisioni su come muovermi o non muovermi con Alessandro e nemmeno se aprirmi completamente con Lina. In ogni caso con lei avevo comunque già stabilito di leggere il diario assieme e, siccome quel giorno sapevo che non ci saremmo potute incontrare, decisi almeno di chiamarla a telefono e leggerle ciò che avevo già letto, che poi era solo l´inizio, per poi continuare a leggere il giorno 2 perso nel tempo , anche per me inedito. Poi il giorno 3 lo avremmo probabilmente letto assieme di persona.

La chiamai dunque e senza perdere troppo tempo iniziai a leggere, stabilendo stavolta di lasciare i commenti al dopo lettura. Lessi l´inizio cercando di non trascurare la dovuta enfasi, poi, arrivata al punto anche per me inedito, feci una pausa di rito. Trattenni per qualche attimo il fiato, quindi mi concessi un lungo sospiro per ritrovare la concentrazione e la giusta tranquillità per poter continuare a recitare le frasi successive del diario. Proseguii:

Giorno 2 perso nel tempo

Da quando sono venuto ad abitare in Germania mi faccio chiamare Alex, ma in verità il mio nome è italiano come me. Mi chiamo Alessandro e oggi ho sentito di più il mio vero nome sulla pelle, anche perché guardando la partita di calcio di quei ragazzetti, la mia testa ha fatto automaticamente un salto nel passato, quando anch´io giocavo attivamente in Italia, nella squadra del Doccia .

«Più che calcio sembra di vedere tante galline in un pollaio! Da quanto tempo è iniziata la partita?» mi sono sentito dire. Rispondendo brevemente alla domanda ho scrutato quell´uomo come comparso dal nulla alle mie spalle, anche per capire con chi avessi a che fare. Quell´omone aveva una vocina che per niente gli s'addiceva e ha esaudito subito la mia curiosità ponendo la seconda domanda «Anche Lei è il padre di uno di questi ragazzini?»

«No!» è stata la mia risposta secca e quasi sgarbata mentre stavo riprendo a muovere la testa per seguire meglio gli spostamenti improvvisi della palla da una parte all´altra. Poi mi sono quasi pentito e allora ho aggiunto «Stavo passeggiando qui per Hoisdorf, in questa domenica grigia e triste, quando sono stato attratto dagli schiamazzi del campo e dal fischiare dell´arbitro.»

«Anch´io trovo la domenica un giorno triste. Si ha già nella testa che domani è lunedì e che si torna a lavorare.» ha detto l´omone.

«È vero!» mi sono sentito di aggiungere «Ho sempre avuto l´impressione che la gente, come anche io stesso, si porti addosso un fardello di malinconia godendosi , se così si può dire, le ore di libertà con in testa il ticchettio di un orologio. In questo stato tutto il corpo emana tristezza. I miei occhi vedono...» Poi ho lasciato la frase in sospeso e dopo una breve pausa ho detto ancora concludendo e tornando a concentrarmi sulla partita «Non vorrei annoiare. Basta così. A volte mi sento e mi comporto come un malinconico e patetico vecchietto»

La partita intanto si stava avviando verso la fine. Le due squadre si trovavano quasi completamente in una metà campo per gli ultimi assalti e alla ricerca di una disperata vittoria all´ultimo respiro. La squadra ospite si era sbilanciata in avanti decisa a volere segnare. Il pallone era preda di un caotico batti e ribatti in area di rigore. Non erano assolutamente più visibili segni di schemi di calcio e tantomeno di ordine nei passaggi. Sembrava piuttosto di v2edere una surreale partita di flipper. Qualcuno urlava addirittura a squarciagola di buttare via la palla in tribuna.

A un certo punto il pallone è carambolato in aria seguendo una traiettoria sporca per poi piombare all´improvviso come una meteorite tra le braccia del portiere di casa che repentinamente a iniziato quindi a divincolarsi tra l´ammasso di giocatori attorno a lui per cercare di allontanare più alla svelta possibile quella palla che pareva aver subito una seconda metamorfosi diventando una bomba a orologeria. A quel punto, un po´ casualmente, è entrato in moto un contropiede fulmineo.

L´omone mi ha afferrato il braccio torcendomelo come fosse pagliuzza. Poi, non curante del dolore procuratomi, mi ha detto: «È mio figlio!» La stretta era tremenda. Ho accennato quasi ad accasciarmi giù per terra. Tuttavia sono rimasto in piedi aggrappandomi con l´altra mano alla staccionata davanti a me, quindi sorreggendomi dolorante ho scrollato via il braccio dell´omone osservando quel ragazzino che avanzava in assolo da centrocampo puntando la porta avversaria. Trovatosi a ridosso del portiere, accorso in avanti, ha effettuato un piccolo pallonetto a scavalcarlo e poi è sgusciato via di lato ad evitare l´impatto con l´estremo difensore. La palla era ormai fuori portata dai giocatori che non hanno potuto fare altro che fissarla col fiato sospeso insieme a tutti i presenti, giocatori o no. La palla, diventata meteora e poi bomba, sembrava in quel momento invece una banale sfera, che rimbalzava lentamente grazie al rilascio di piccole molecole di materiale sintetico, che al contatto col terreno di gioco sprigionavano quell´energia compressa necessaria a farla risalire e ricadere in maniera calante, fino a raggiungere il palo della porta per poi finire innocuo tra le braccia del portiere, il quale ha stretto istintivamente la palla al petto, a terra, proteggendola come se fosse il tesoro più prezioso del mondo.

In quell´istante l´arbitro ha approfittato per fischiare la fine della partita.

Il ragazzino non si è mosso più dal punto in cui aveva effettuato il tiro. È rimasto immobile, incredulo dell´accaduto a fissare la porta avversaria che sembrava essere stregata.

A mia volta sono rimasto anch´io similmente immobile con lo sguardo però fisso nel vuoto. Come spesso mi sta accadendo recentemente, ho avuto una visione del mio passato.

Letta l´ultima parola restammo un po´ in silenzio, poi dissi a Lina: «Sai Lina, dopo aver letto queste pagine, mi sono sentita davvero coinvolta da quest´uomo così affascinante e malinconico allo stesso tempo.»

Lina assecondò pienamente le mie parole «Ti capisco benissimo. È proprio così! Anch´io mi sono sentita talmente coinvolta, che attraverso le sue parole mi pareva di vedere la sua anima inquietante e i suoi pensieri più intimi. Mi ha toccato profondamente il modo in cui descriveva quella giornata, quella partita di calcio e quei ragazzini. Poi, come descrive sé stesso all´inizio del diario è addirittura struggente!»

Quindi continuai a dirle «Dalla partita di calcio si percepisce proprio come possa essersi rivisto da più giovane in qui ragazzi. Forse ha potuto rivivere emozioni e ricordi sepolti nel tempo. È strano come certi eventi ci possano catapultare indietro nel passato, vero?»

Ancora una volta ci trovammo proprio in sintonia «Di sicuro. Ho avuto la sensazione di essere seduta lì accanto a lui, di provare la stessa nostalgia e la stessa gioia che lui stava vivendo in quel momento. Mi chiedo se avesse qualche rimpianto riguardo alla sua gioventù.»

«Anch'io mi sono fatta la stessa domanda.» le dissi e aggiunsi «Quel senso di nostalgia misto a malinconia che traspariva dalle sue parole sembrava indicare che forse avesse dei rimpianti, delle cose che avrebbe voluto fare diversamente o degli obiettivi non raggiunti.»

Lina fece una breve pausa di silenzio, come per voler soppesare le mie parole prima di intervenire di nuovo, quindi disse «Penso che ognuno di noi possa relazionarsi a quei sentimenti. Ci sono sempre delle scelte che ci interrogano, delle strade non prese che ci lasciano un senso di incompiutezza.»

Parlando con Lina ho potuto riflettere sul potere dei ricordi in quanto frammenti di vita e su come questi possano darci conforto e nutrire la nostra anima.

Infine decisi di porre un paio di domande dirette alla mia amica del...
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